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Una breve ulteriore permanenza a Verona è testimoniata dalla Questio de Aqua et Terra, del gennaio 1320, disputa scolastica su un argomento caro alla cultura accademica (se l'acqua in qualche sua parte possa essere più alta della terra emersa: tema risolto negativamente), ma anche chiaramente legato alla concezione cosmologica e figurativa dell'universo tolemaico ch'è alla base del poema. A Ravenna furono composte due Egloghe responsive (in latino) a Giovanni del Virgilio, che lo aveva esortato a comporre un poema in versi latini di materia storica, e lo invitava a Bologna promettendogli l'alloro poetico. Inviato da Guido da Polenta ambasciatore a Venezia, per dirimere una pericolosa controversia con la potente vicina, e còlto sulla via del ritorno da febbri malariche, il poeta, che aveva da poco terminato la cantica del Paradiso, moriva la notte fra il 13-14 settembre 1321.
tratto da: Francesco Mazzoni, Dante Alighieri, in "Le Muse. Enciclopedia di tutte le arti", IV, fasc. 68-69 (1965), pp. 71-75 e da: Rosetta Migliorini Fissi, Dante, Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1979 e da: Giorgio Petrocchi, Vita di Dante, Napoli, Giuseppe Laterza e figli Editore, 1983 |
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