Filippo Villani
|
Nato a Firenze nel 1325, figlio di Matteo e nipote di Giovanni Villani, continuò fino al 1364 la Cronica interrotta dal padre nel 1363 (che a sua volta aveva continuato quella di Giovanni interrotta nel 1348). Vicino però all'ambiente pre-umanistico, amico del Salutati, Filippo scrisse le sue opere migliori dopo il 1380, quando, dopo essere stato cancellere del Comune di Perugia dal 1376 al 1381, si dedicò dapprima ad una opera storica in latino, il Liber de origine civitatis Florentiae et eiusdem famosis civibus, nella quale, dopo aver narrato le vicende dell'origine di Firenze da Fiesole, presenta una galleria di personaggi celebri della città, fra cui Dante, nel capitolo De Vita et moribus Dantis poetae comici insignis, in cui l'Alighieri è avvicinato a Giotto e Cimabue come iniziatore dell'"umanesimo", in contrapposizione alla desolazione del Medioevo. Tra il 1391 e il 1402 viene incaricato, dallo Studio Fiorentino, della medesima Lectura Dantis che aveva tenuto il Boccaccio; di questo mandato ci rimangono del Villani due opere: il manoscritto Laurenziano Santa Croce, da lui trascritto, nel quale sono annotate lezioni di altre tradizioni testuali, che lo rendono estremamente importante per gli studiosi, e l'Espositio seu Comentum alla Commedia, di cui ci è pervenuto solo il testo relativo a Inf. I, una sorta di introduzione all'intera opera, nella quale il Villani utilizza le categorie desunte dall'Epistola a Cangrande, ritenuta autentica. Riferimenti bibliografici |