Filippo IV, il Bello
 
 

Filippo IV il Bello, nacque nel 1268, figlio di Filippo III l'Ardito, cui successe sul trono di Francia nel 1285, e fratello di Carlo di Valois. Rivendicando il diritto al controllo sul clero francese si pose in urto con il papa Bonifacio VIII , promulgherà la bolla Unam Sanctam, per affermare la supremazia del potere ecclesiastico su quello laico: Filippo, invece, voleva sia svincolare il clero francese dall'autorità romana sia frenare la fuoriuscita dal paese di denaro destinato al Pontefice. Scomunicato nel 1303, tentò, nello stesso anno, di sequestrare il papa per sottoporlo ad un processo in Francia ed a questo scopo inviò in Italia Guglielmo di Nogaret. Quello che non riuscì con Bonifacio VIII, morto poco dopo i fatti di Anagni, Filippo IV lo ottenne però dal successore Clemente V: il nuovo papa, francese di nascita, trasferì la sede del papato ad Avignone nel 1309, sotto il completo controllo, quindi, del re di Francia. In seguito impose la soppressione dell'ordine dei Templari, ordine religioso-militare che era stato fondato come sostegno sanitario spirituale e militare ai pellegrini in viaggio verso Gerusalemme ed era divenuto, col tempo, ricchissimo e potente. Riunì nelle sue mani gran parte del territorio francese, strappando agli inglesi quasi tutti i loro possedimenti nel paese e occupando la Provenza e la Borgogna. Nel 1274 sposò Giovanna di Navarra, consentendo così al figlio Luigi X, nel 1314, di unire le corone di Francia e di Navarra.
Dante esprime sempre un durissimo giudizio sia sul profilo morale, sia sulla condotta politica di Filippo IV, che, per sommo disprezzo, non cita mai nella Commedia con il suo nome, ma solo con la lunga lista dei suoi "peccati": infatti, il poeta vedeva nel sovrano francese il rappresentante del guelfismo intransigente e lo ritenne responsabile dell'intervento a Firenze del fratello Carlo di Valois . Nel corso della cerimonia nel Paradiso Terrestre, Filippo è adombrato nel gigante che delinque con la Curia, con chiara allusione ai reciproci vantaggi economici stipulati fra la Curia di Clemente V ed il regno di Francia (Purg. XXXIII, 45). Ugo Capeto, il fondatore della casa regnante francese, lo chiama Novo Pilato (Purg. XX, 91) perché, come Pilato si lavò le mani della condanna di Cristo, così Filippo aveva avuto l'ardire di dichiararsi estraneo all'oltraggio di Anagni. Di seguito viene ricordato come colui che portò sanza decreto, /... nel Tempio le cupide vele (Purg. XX,91-93), che, cioè, senza aspettare il decreto papale del 1312, che solo, poteva sciogliere l'ordine dei Templari, fece torturare ed uccidere numerosi cavalieri, arrestando ed accusando di eresia perfino il Gran Maestro Jacques de Molay, ed incamerando i beni dell'ordine. L'aquila imperiale, infine, ricorda, insieme alla singolare morte del re (disarcionato da un cinghiale nel 1314), anche l'unica colpa che probabilmente non ebbe, cioè di aver coniato denaro falso (Par.XIX, 118-120).

Riferimenti bibliografici.




 

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