Giovanni Mario Filelfo
 
 

Figlio dell'umanista Francesco Filelfo e di Teodora Crisolora nacque a Costantinopoli nel 1426; nel 1427 la famiglia era già tornata a Venezia ma nel 1439 il padre lo inviò di nuovo nella città bizantina per perfezionarsi nel greco e nella letteratura classica. Tornato in Italia cominciò una vita nomade e sregolata che lo portò nelle maggiori città dell'Italia settentrionale, a Marsiglia e Parigi. Nel 1460 ottenne dal senato veneziano una cattedra di eloquenza e filosofia; successivamente insegnò a Bologna, Milano e Verona, dove, nel 1467 commentò pubblicamente la Commedia, protetto da Pietro di Leonardo Alighieri, pronipote di Dante. Il Filelfo rinnovava dunque a Verona la lettura tenuta dal padre quasi quarant'anni prima a Firenze in S. Maria del Fiore. Probabilmente in quest'occasione il Filelfo scrisse una Vita Dantis che avrebbe dovuto introdurre la lettura della Commedia; ma l'opera, scritta, secondo il suo solito, precipitosamente, presenta materiale affastellato acriticamente e, laddove la documentazione è carente, inventato di sana pianta. Terminato, dopo due anni, il soggiorno veronese continuò a viaggiare per l'Italia fino a quando non si fermò a Mantova come precettore dei figli di Federico Gonzaga, dove morì nel 1480. Oltre all'opera dantesca scrisse rime e poemetti latini encomiastici indirizzati a vari principi e signori (Laurentias per Lorenzo de' Medici, Martiados per Federico da Montefeltro; firmò cronache cittadine e poemi storici come Amrys, narrazione delle gesta di Maometto II, dopo la caduta di Costantinopoli.

Riferimenti bibliografici




 

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