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Giano della Bella apparteneva ad una nobile famiglia fiorentina di fede guelfa. Mercante e residente nel Sesto di Porta S. Piero, quasi sicuramente si iscrisse all'arte di Calimala. Sostenitore della politica di Carlo d'Angiò, nel 1289 fece parte del consiglio dei priori, mostrando una notevole propensione per la parte popolare.Questa sua politica antimagnatizia si tradusse negli ordinamenti di giustizia del 15 gennaio 1293, contro i quali scesero in campo non solo le nobili famiglie fiorentine, ma anche il papa Bonifacio VIII. Giano, scomunicato dal pontefice quale nemico di parte guelfa, e accusato in seguito al ferimento di un popolano da parte di Corso Donati, fu costretto a fuggire da Firenzenel 1295. Recatosi in Francia, vi svolse l'attività di banchiere e di mercante fino alla sua morte, avvenuta tra il 1311 e il 1314. Dante, nel XVI canto del Paradiso, lo ricorda ancora vivente e sempre legato alla parte popolare.
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