Cerchi e Donati
 
 

I Cerchi e i Donati furono i principali attori della zuffa di Calenimaggio, che portò il partito guelfo fiorentino a scindersi in due fazioni: i bianchi, capeggiati dai Cerchi, e i neri, guidati dai Donati.
I Cerchi furono una famiglia fiorentina di mercanti e banchieri. Di origine ghibellina, con Cerchio seppero seguire il corso del potere passando alla fazione guelfa: nel 1265 la banca di famiglia fece grossi affari prestando denaro a Carlo I d'Angiò e accelerando, così, la rovina di Manfredi; nel novembre 1266 Cerchio, già membro del Consiglio dei Trentasei, fu garante dei patti tra il conte Guido Novello e il popolo. Nella prima metà dell'anno successivo, delineatasi la frattura fra magnati e popolani, si schierarono al fianco dei primi, ottenendo in cambio l'investitura cavallaresca per alcuni membri della famiglia. La loro ascesa politica e, conseguentemente, economica attirò molte invidie da parte delle altre famiglie magnatizie, invidie che si tradussero in vere e proprie rivalità negli anni degli ordinamenti di giustizia di Giano della Bella, quando i Cerchi non scesero in piazza al fianco degli altri magnati, ma, vista la natura della loro attività, rimasero velatamente a fianco del popolo.
I Donati, invece, guelfi di antica data, furono tra i maggiori esponenti della vita politica fiorentina a partire dai primi decenni del Duecento. Dopo la battaglia di Montaperti, dove i ghibellini ebbero la meglio, una parte di loro abbandonò volontariamente la città. Rientrati dall'esilio dopo la battaglia di Benevento, riuscirono a imporsi nuovamente ai vertici di Firenze. Gli ordinamenti di giustizia ascrissero i Donati fra le 63 famiglie escluse dal potere: se furono tagliati fuori dalla vita politica attiva della città, continuarono ad essere al centro della lotta faziosa cittadina. E' questo il periodo della sfrenata violenza di Corso e dei suoi odi, concentrati principalmente contro Vieri de' Cerchi.L' inimicizia fra le due case è fatta risalire all'episodio della morte della prima moglie di Corso, una Cerchi forse avvelenata dal marito; anche se sicuramente gli interessi economici e la rivalità politica furono alla base di tutto.

Riferimenti bibliografici




 

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