Firenze / Biblioteca Riccardiana / Riccardiano / 1035 / (O.II.17) / XIV
Omogeneo, miscellaneo. Mutilo. Membranaceo; secolo XIV anni sessanta, Firenze; carte III, 187, II', cm 29,5 × 19,5.
Cartulazione ottocentesca, 1-187, nell'angolo superiore esterno, eseguita con numeratore meccanico. Bianche le carte 71-86, 178v, 187v. Carte di guardia recenti, cartacee.
24 fascicoli (ma in origine 23): 9 quaterni (il quinto ha perduto il bifoglio interno, tra le carte 35 e 36), 2 quaterni (cartacei, moderni, inseriti per sostituire 1 quaterno perduto), 12 quaterni, 1 terno privo della carta finale, tagliata.
Rigatura a mina di piombo; quadro di giustificazione da mm 188 × 86 a 188 × 92; 45 righe tracciate; 44 linee di scrittura; testo disposto su una colonna con le iniziali di terzina sporgenti, alle carte 1r-178r; versi scritti a mo' di prosa alle carte 179r-187r.
Littera textualis semplificata di mano di Giovanni Boccaccio.
Sette disegni a penna leggermente ombreggiati illustrano il testo fino a Inferno XVII: Dante, Virgilio e le tre fiere, (c. 4v), la porta dell'Inferno (c. 7r), l'incontro con Paolo e Francesca (c. 10v) e con Filippo Argenti (c. 15r), le tre Furie e Virgilio che protegge gli occhi di Dante (carta 17r), Dante, Virgilio e Gerione (c. 20v), Dante e i tre dalle tasche stemmate (c. 29r). I disegni, assegnati in un primo tempo al secolo quindicesimo e ad un'area veneta, sono oggi attribuiti alla mano del Boccaccio stesso. Iniziali filigranate blu o rosse con filigrana a contrasto. Iniziali di strofa rubricate alternamente rosse e blu. Iniziali di terzina toccate di giallo. Rubriche.
Legatura di cm 38 × 28 del 1967 in mezza pelle impressa in oro su piatti di cartone ricoperti di carta marmorizzata.
Il codice, che probabilmente è rimasto tra le mani del Boccaccio fino alla sua morte, non ha avuto la stessa sorte della sua biblioteca latina che era stata lasciata a fra Martino da Signa degli Olivetani, affinché passasse poi, alla morte di lui, al convento di S. Spirito a Firenze. Nel Quattrocento il manoscritto è comunque ancora a Firenze, di proprietà di Benedetto Fortini, successore di Coluccio Salutati nella Cancelleria fiorentina. Alle cc. 80r e 81r si trovano delle ricette mediche in latino. Annotazioni di bibliotecari sulle carte di guardia anteriori.
Cc. 4r-56r, 59r-121r, 124r-1787r, Dante Alighieri, Commedia.
Rubrica iniziale: Comincia la prima parte della cantica overo Comedia chiamata Inferno del chiarissimo poeta Dante Alighieri di Firençe et di quella prima parte il canto primo.
Incipit: Nel meçço del camin di nostra vita.
Cc. 1r-3v, 56r-58v, 121v-123v: Giovanni Boccaccio, Brieve raccoglimento.
Rubrica iniziale: Brieve raccoglimento di ciò che in sé superficialmente contiene la lectera della prima parte della cantica overo Comedia di Dante Alighieri di Firençe chiamata Inferno.
Incipit: Nel meçço del camin di nostra vita.
Cc. 179r-187r: Dante Alighieri, Rime.
Rubrica iniziale: Qui cominciano le cançoni distese del chiaro poeta Dante Alighieri di Firençe, nelle quali di varie cose tractando nella prima la rigidità della sua donna con rigide rime dimostra.
cc.179r-v: Così nel mio parlar voglio essere aspro (CIII).
cc.179v: Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete (LXXIX).
cc.179v-180v: Amor che nella mente mi ragiona (LXXXI).
cc. 180v-181r: Le dolci rime d'amor ch'i' solea (LXXXII).
cc.181r-v: Amor che muovi tua virtù dal cielo (XC).
cc.181v-182v: Io sento sì d'amor la gran possanza (XCI).
cc.182v: Al poco giorno e al gran cerchio d'ombra (CI).
cc.182v-183r: Amor tu vedi ben che questa donna (CII).
cc.183r-v: Io son venuto al puncto della rota (C).
cc.183v-184r: E m'incresce di me sì malamente (LXVII).
cc.184r-v: Poscia ch'Amor del tutto m'ha lasciato (LXXXIII).
cc.185r: La dispietata mente che pur mira (L).
cc.185r-186r: Tre donne intorno al cor mi son venute (CIV).
cc.186r-v: Doglia mi reca ne lo core ardire (CVI).
cc.186v-187r: Amor da che convien pur ch'io mi doglia (CXVI).
L'esemplare risale agli anni 60 del Trecento ed è intermedio tra gli altri due testimoni boccacceschi del poema, il Toledano 104.6 (anteriore al 1360) e il Vaticano Chigiano L.VI.213, siglati rispettivamente To e Chig da Petrocchi.
Bibliografia minima: Batines n° 131; Petrocchi p. 528; Roddewig n° 321.
M.B.R.